curiosità stroriche padovane  1°

Basilica di Santa Giustina
(di Alessandra Griguolo)

Affacciata su Prato della Valle si erge la chiesa benedettina di Santa Giustina, uno dei più antichi luoghi di culto di Padova. Costruita in un'area in origine cimiteriale fu intitolata alla santa patrona della città, martirizzata nel 304 durante la persecuzione dell'imperatore Massimiano. Un primo edificio, doveva esistere già nel IV sec. ma verso la fine di quello successivo il prefetto Opilione, illustre patrizio della corte di Teodorico vi fece edificare una più ampia chiesa, fiancheggiata da un'Oratorio dedicato a San Prosdocino,primo vescovo e precedente patrono di Padova.In seguito al terremoto del 1117, la Basilica venne nuovamente ricostruita in forme romano gotiche e infine ancora rinnovata a partire dai primi del 500. Ambienti e frammenti delle precedenti fabbriche sopravvivono tuttora numerosi a testimoniare la lunga storia della chiesa come i due grifoni in marmo di Verona, posti ai lati della scalinata di accesso, appartenuti al portale dell'edificio romano gotico. La basilica cinquecentesca, tra le più grandi della cristianità sormontata da otto cupole con un alto campanile venne realizzata sotto la direzione di diversi architetti fra i quali Andrea Moroni a cui si deve la maggior parte dei lavori che verranno portati a termine nel 1587 da Andrea della Valle, ad eccezione della facciata rimasta incompiuta. L'interno è diviso in tre ampie navate con transetto ed un grande presbiterio. Lungo le navate laterali, si aprono le cappelle con Pale d'altare di autori seicenteschi tra i quali Luca Giordano e Palma il Giovane. Nel transetto sinistro è posta la trecentesca Arca di San Luca, con splendide sculture in alabastro, mentre nel transetto destro si trova l'altare che conserva le spoglie dell'apostolo Mattia. 

Il polittico di Andrea Mantegna che era posto sopra l'Arca di San Luca, venne commissionato dai monaci benedettini dell'abbazia di Santa Giustina a Padova per la cappella di San Luca della chiesa, nell'agosto del 1453, dall'abate Mauro, al secolo Sigismondo de' Folperti da Pavia.

L'opera fu completata entro la fine del 1454, mentre l'artista era contemporaneamente impegnato agli affreschi della cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani. La pala è firmata in caratteri romani sulla colonna che regge il leggio di san Luca al centro (OPVS / ANDREAE MANTEGNA).La pala rimase in loco fino al 1797, quando con le soppressioni napoleoniche venne destinata all'Accademia di Milano, dove arrivò nel 1811

A destra del Presbiterio, si trova la cappella con l'altare di San Massimo, decorato dal gruppo marmoreo con Pietà e Santi, opera del 1689 di Filippo Parodi. L'ampia area presbiterale accoglie l'altare maggiore, realizzato nel 1640 con preziosi intarsi marmorei al cui interno si trova il sepolcro di Santa Giustina. Alle sue spalle il bellissimo Coro in legno di noce, intagliato tra il 1558 ed il 1566 da Riccardo Taurigny, autore anche del leggio. Intarsiato con episodi della vita di Gesù, scene bibliche e allegorie. Sulla parete di fondo si trova la splendida Pala di Santa Giustina di Paolo Veronese dipinta nel 1575

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